giovedì 8 marzo 2012

5 minuti


Il maledetto armadietto stava di nuovo crollando.
- Marco!
Il suo urlo si sovrappose al rumore degli scaffali che cedevano. Marco arrivò ansimando. Appoggiò entrambe le mani alla cornice dell’armadio per puntellarlo. Poi aprì lentamente una delle ante che pendeva, attaccata solo con una cerniera per constatare i danni.
- Bisogna prendere un nuovo armadietto, non possiamo andare avanti così uno di questi giorni uno di noi ci resta sotto... vai a prendere la cassetta degli attrezzi...
Il cuore le batteva forte. Si era molto spaventata.
Ada si allontanò verso la cucina. Il cellulare di Marco era lì, appoggiato sul tavolo, il display si era improvvisamente spento.
Senza sapere neanche perché si avvicinò al telefono e spinse il tasto per riattivare lo schermo. Senza quasi volerlo, lesse i due SMS che erano sullo schermo, uno con sfondo bianco, ricevuto, uno con sfondo verde, inviato:
“Non resisto fino a domani mattina, voglio vederti ora, inventa una scusa... Ti amo.”
“Amore, non so se ce la faccio, sono sotto sequestro per i soliti lavoretti di casa, sai che gioia :-(. Ti bacio tutta, ti chiamo dopo.”
Il cuore prese a batterle all’impazzata. Marco, un’altra donna. Cercò spiegazioni alternative, forse una collega che si era presa una cotta. Guardò il mittente del messaggio, il numero era salvato con il nome di un negozio. Fece scorrere il display per vedere messaggi precedenti, ma non c’era altro. Marco doveva averli cancellati.
Si guardò intorno, la sua casa, il divano dove lei e Marco vedevano i film con i loro due bambini. Le foto delle loro vacanze, il quadro che lei desiderava tanto che lui le aveva regalato per il suo ultimo compleanno. Nelle orecchie aveva solo il battito del suo cuore, la bocca secca e le gambe le tremavano.
Pensò a Bianca, la sua amica che si era separata da poco. La tristezza di vederla sola con la sua bambina alle feste degli amici di scuola, le discussioni squallide sugli alimenti che le aveva raccontato, i weekend alternati, stare sola di notte nel letto.
Appoggiò nuovamente il telefono sul tavolo, cercando di rimetterlo nella stessa posizione, non aveva sentito Marco arrivarle alle spalle.
- Allora, la cassetta?
La voce di lui si era spenta sull’ultima sillaba. L’aveva guardata, aveva seguito con lo sguardo il suo braccio, fino alla sua mano.
- Vado a prenderla.
Si guardarono negli occhi a lungo.
- Fai presto, se no crolla tutto.
- Sì, faccio presto.
Le gambe le tremavano ancora. Può succedere, poi passa. Passa tutto.